In molti, negli ultimi mesi, si sono rivolti a noi raccontandoci di essersi recati in banca e di aver ricevuto il consiglio
di investire in diamanti, venduti quali “beni rifugio” dove il rischio di perdite è minimo e la redditività è bassa ma costante nel tempo. Tuttavia, dopo aver acquistato questi diamanti, spesso gli investitori intendevano smobilizzare il capitale ma si trovavano di fronte la indisponibilità della banca a liquidare quanto investito. È così che molti si rivolgevano a gioiellieri che, viste le pietre, decretavano amaramente che le stesse valevano molto meno di quanto fossero state pagate.
Il nostro studio ha seguito tali vicende in plurime occasioni, contestando la violazione delle normative antitrust da parte degli istituti bancari, ma soprattutto qualificando la vendita dei diamanti alla stregua di un investimento finanziario dove l’investitore doveva necessariamente ricevere tutte le informative che la legge prevede.
Poche settimane fa, senza l’introduzione di un contenzioso, ma soltanto con un reclamo e una procedura di media-conciliazione con una trattativa serrata, abbiamo ottenuto che l’investitore a fronte della restituzione alla banca dei diamanti, ottenesse il 100% del capitale nominale investito. Anche in tale occasione, pertanto, siamo riusciti ad ottenere una piena tutela per i consumatori coinvolti in questa spiacevole vicenda bancaria.
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